Il tempio (non la piramide) della Dieta Mediterranea

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Nel 2002 il Prof. Flaminio Fidanza, acclamato nutrizionista italiano, collaboratore del prof. Ancel Keys nella conduzione del ‘Seven Country Study, portò all’attenzione della comunità scientifica un’innovativa  rappresntazione grafica della Dieta Mediterranea. Abbandonando il modello verticistico piramidale, Fidanza offriva un punto di vista provocatorio, ma potente, sul regime alimentare della DM: alimentarsi bene significa usare moderazione nel consumo di qualsiasi alimento, nessuno escluso.

Nell’adozione di uno stile di vita sano (svolgere attività fisica, ma anche socializzare, celebrare insieme ricorrenze, essere conviviali) si sottolinea il rispetto verso sè stessi e verso il prossimo. Approfondimenti sulle origini e sugli studi condotti dal prof. Ancel Keys,  qui

Tuttavia, soffermiamoci su ‘moderazione’ e ‘rispetto’, che trovano, parlando di regimi alimentari, una possibile  sintesi  nell’adozione di comportamenti frugali: essere frugali significa non utilizzare quanto non è necessario, ed essere consapevoli che quanto si spreca può essere invece indispensabile per il prossimo. essere frugali apre le porte a comportamenti di #solidarietà, #inclusione ed #equità, con ovvie ripercussioni sui principi di #condivisione e #convivialità.

La #convivialità è essenziale nel sistema di valori della DM: in questa si ritrova tutta la storia degli uomini, donne, schiavi, colonizzatori, marinai, mercanti che, solcando il Mediterraneo per secoli, hanno condiviso risorse alimentari, hanno mischiato etnie, hanno trasferito da un luogo all’altro  usi e costumi, consuetudini, tradizioni. In Europa non esiste una ‘melting pot’ culturale più autentica e storicamente testimoniata della Dieta Mediterranea. Dal punto di vista alimentare, quindi, la Dieta Mediterranea ha inglobato ed elaborato in ricette innovative alimenti non propriamente mediterranei, bensì provenienti da luoghi molto lontani: si pensi alla melanzana, al pomodoro, alla patata, al riso, solo per citarne alcuni.

Il #tempio greco più che la piramide rappresenta il valore non solo alimentare, ma culturale e sociale che la DM trasmette. L’icona introdotta dal Prof Fidanza va interpetata partendo dalla base: lo stile di vita più sano possibile deve pevedere che l’apporto ed il consumo energetico siano sempre in perfetto equilibrio. Per mantenere questa condizione, l’alimentazione deve  prevedere il consumo di olio di oliva  e di vino rosso (con moderazione). Le colonne centrali del tempio indicano gli alimenti che possono essere consumati anche quotidianamente; le colonne laterali quelli da consumare non più di tre volte alla settimana. I fregi sotto il timpano, gli alimenti da utilizzare con estrema parsimonia.

Nei #templi di Asclepio (Esculapio) dimoravano i guaritori – iatròi – che con sapiente uso di erbe e impasti riuscivano a curare i malati. Costruiti in terreni salubri, introno o vicino a sorgenti d’acqua, erano anche luoghi di culto, in cui si lodavano il dio e i suoi 4 figli : Podalirio, esperto nell’uso di erbe; Macaone, chirurgo; Panacea, icona della salute riconquistata e, quindi, della medicina riparatrice; IGEA, figlia di Apollo e sorella di Asclepio, che alla medicina terapeutica affianca quella preventiva, basata su un sano regime di vita.

Il tempio greco come icona di DM è calzante, non solo per un’interpretazione moderata di un regime alimentare sano, bensì anche perchè esso meglio identifica l’origine dello ‘stile di vita’ (‘diaita’, in greco) che caratterizza le popolazioni mediterranee. Il tempio greco è luogo diffuso di culto e di cultura, in cui la medicina è ‘#diaita’.

 


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